La storia di R.
Casa ed economia familiare: riconoscere e gestire le spese non indispensabili.
La consapevolezza è uno strumento di libertà. I conti nella famiglia di R. non tornano: bastano poche spese continuative ma fuori controllo per far saltare i bilanci di casa. Una soluzione può essere annotare gli scontrini in un diario e subito emergeranno gli acquisti non indispensabili.
R. viene presentato dal servizio sociale come un soggetto con una difficile capacità di gestire la complessità e unico in famiglia ad avere gli strumenti linguistici per poter accedere al mondo del lavoro. Il nucleo si ricompone nel 2019, dopo il ricongiungimento della moglie e del figlio e verte in un grande bisogno di aiuto economico.
Al momento della presa in carico vivono in un appartamento di un progetto del comune dove R. deve contribuire mensilmente con 100 euro.
Oltre agli aiuti economici del comune, sembrano non esserci altri ingressi. Infatti R. ha un piccolo contratto lavorativo in un ristorante, dal quale però in periodo di pandemia, non riceve la cassa integrazione.
R. non sembra però riuscire a pagare i 100 euro per l’affitto e iniziano ad arrivare i primi solleciti per le bollette non saldate.
Vengono allertati i servizi e contattato l’ente caritativo San Vincenzo, per supportare la famiglia in questo momento di forte necessità.
Non comprendendo in quale modo R. spenda i soldi, gli operatori decidono di chiedere a R. di conservare tutti gli scontrini di qualsiasi cosa lui compri o di qualsiasi spesa lui debba sostenere (comprese le spese mediche della moglie); inoltre, gli viene chiesto di scrivere, qualsiasi spesa su un diario in modo tale da poterle poi vedere insieme.
Nel primo mese R. non riesce a portare a termine nessuna delle richieste; rimane comunque aperta la questione su dove vadano a finire i soldi che riceve.
Al mese successivo R. presenta agli operatori un rotolo consistente di scontrini e così gli operatori iniziano ad analizzare con R. le sue spese, scoprendo che più di 50 euro sono stati spesi in meno di un mese, in caramelle e merendine per il figlio, in frutta molto costosa perché non di stagione e in prodotti alimentari che per il momento non era opportuno considerare perché non primari.
R., colpito dai risultati di questi conti, continua per i mesi successivi la raccolta degli scontrini.
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