RAGAZZI ANCORA IN GIOCO: traiettorie evolutive per minori e giovani adulti autori di reato
Lunedì 9 dicembre nella cornice di Palazzo Pirelli di Regione Lombardia si è svolto l’evento “Ragazzi ancora in gioco: traiettorie evolutive per minori e giovani adulti autori di reato”, promosso da Consorzio SIR, dedicato alle storie di vita di questi ragazzi che possono ancora cambiare rotta e ripensare il proprio futuro.
Il titolo di questa giornata è legato al gioco inteso come gaming, strumento e linguaggio che si è rivelato utile per lavorare con i ragazzi, mentre le “traiettorie evolutive” sono relative ai percorsi che hanno accompagnato nell’ultimo triennio oltre 400 giovani autori di reato nel recupero e rimessa in discussione della propria direzione deviante con la costruzione di progettualità integrate con tutta la rete di riferimento.
Sono state raccontate storie di trasformazione attraverso esperienze concrete, evidenziando come progetti mirati possano offrire ai giovani una seconda chance.
Tra questi i progetti “Game on: liberi di mettersi in gioco” di cui Consorzio Comunità Brianza è stato partner e che si sta concludendo in questi mesi, e “Asteroidi” finanziato da Regione Lombardia, due iniziative che affrontano il problema da prospettive complementari intervenendo sia con i minori all’interno dell’IPM Beccaria, sia nel reparto giovani adulti di San Vittore, ma anche nei percorsi territoriali per i ragazzi in carico all’Ufficio Servizi sociali per i minorenni del Ministero di giustizia.
La dott.ssa Elisabetta Palù, Direttore reggente della CC di Milano San Vittore, ha riportato che solo nel carcere di San Vittore si contano oltre 282 ragazzi tra i 18-25 anni, mentre 209 hanno tra i 25 e i 30 anni, spesso segnati da traumi e difficoltà a rispettare alle regole del sistema carcerario, per cui è stato importante intervenire con progetti mirati come questi per cercare di coinvolgere i giovani attraverso attività che catturassero il loro interesse combattendo la apatia e stimolando un percorso di crescita.
Per i ragazzi più fragili, sempre più numerosi, anche in conseguenza dei gravi traumi migratori o della provenienza da contesti multiproblematici, risultano importantissime le attività espressive di tipo laboratoriale, sviluppate anche all’interno degli Istituti, che permettono di liberare una parte emotiva che rimane altrimenti compressa e rischia di evolvere in autolesionismo o rischio suicidario.